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Il segmento testuale Le SS è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 14Entità Multimediali , di cui in selezione 7 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 630

Brano: [...]IA MORT.

A sinistra: particolare della « scala della morte ». A destra: lapide murata nel dopoguerra ai piedi della « scala della morte ». Traduzione del testo: « I gradini di questa scalinata, che oggi sono uguali e di altezza normale, erano — al tempo in cui Mauthausen era un campo di concentramento — blocchi di roccia di altezza e forme diverse e disposti in ogni senso, a volte alti mezzo metro. Essi richiedevano grandi sforzi per salirvi. Le SS si divertivano, fra altri giochi, a far scivolare con pedate o colpi di bastone le ultime file di una colonna che scendeva, di modo che i primi, cadendo, trascinavano gli altri e tutti rotolavano lungo i gradini di pietra in un ammasso informe. Quando, alla fine di una giornata di lavoro, i detenuti in fila cominciavano a rientrare al campo carichi di una pietra sulle spalle, le SS che formavano la fine del corteo li incalzavano a colpi di bastone e a pedate. Colui che non teneva il passo terminava i suoi giorni in questa scala della morte ».

631



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 599

Brano: [...]alia, in Germania e in altri paesi europei durante i primi mesi del 1945, provocando ancora immani perdite e distruzioni.

Mentre favoleggiavano di “armi segrete” che avrebbero potuto risolvere anche all'ultimo istante le sorti del conflitto (in realtà i tedeschi erano molto lontani dal poter disporre di ordigni atomici, e lo sapevano) , i nazifascisti si servirono delle popolazioni inermi e dei prigionieri come ostaggi in loro completa balìa. Le SS giunsero al punto di inviare sulla linea del fuoco reparti di bambini e di trasferire da un lager all'altro, con le micidiali “marce della morte”, centinaia di migliaia di deportati civili ridotti a larve umane, all’unico scopo di usare questi prigionieri come moneta di scambio per la propria salvezza. Solo la solidità dell’alleanza antifascista, fondata su un’ormai universale consapevolezza che bisognava farla finita una volta per tutte con gli orrori del nazifascismo fece naufragare i reiterati tentativi di autosalvataggio posti in atto da Himmler (v.) e altri capi nazisti. La Conferenza di[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 695

Brano: [...]stinati alla morte o alla deportazione. Stella si adoperò per trovare un adeguato mezzo di trasporto, poi per isolare l’impianto elettrico bloccando i sistemi di allarme e di comunicazione del carcere, infine partecipò personalmente a quella che sarebbe passata alla storia come una delle più ardite imprese della Resistenza friulana (v. Udine).

Riconosciuto e braccato dalla polizia tedesca, potè salvarsi raggiungendo le formazioni di montagna. Le SS perquisirono la sua abitazione e, dopo aver duramente infierito su sua madre, sequestrarono un'ingentissima quantità di materiale elettrico che egli aveva nascosto per servirsene nella lotta. Nelle formazioni di montagna fu incaricato di

addestrare una quarantina di gappisti che, dopo accurata preparazione, divisi in piccole squadre scesero in pianura e svolsero una preziosa attività nella fase finale della lotta.

Per la sua competenza, fu nominato comandante della Divisione “G.A.P. Friuli”.

L.R.C.

Stella Alpina, La

Organo del Comando Raggruppamento garibaldino del SesiaCusioO[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 647

Brano: [...]e con alcuni tedeschi; fu arrestato il 1° maggio mentre, da solo, tentava di guadagnare l’alta vai Camonica. Portato a Brescia, quando si seppe dell'ultimo massacro da lui ordinato a RodengoSaiano fu immediatamente processato e condannato a morte da un tribunale di guerra. Tradotto infine sul luogo dove erano caduti i 10 partigiani, venne fucilato.

11 Thaler morì gridando « Viva la Germania! Viva Hitler! ».

Bibliografia: Ricciotti Lazzero, Le SS italiane, Milano 1982; Miretta Rizzi, I Martiri di Salano, Brescia 1945; Armando Parlato, Un’oasi di pace, Cremona 1980.

A.Pa.

Stagno, Italo

Medaglia d’oro al valor militare alla memoria. N. a Cagliari nel 1902, m. in Unione Sovietica il 24.9.1947; impiegato.

Funzionario del Ministero delle Corporazioni fasciste, nel 1941 fu richiamato alle armi, come tenente di complemento del 1° Reggimento “Cuneense”. Mobilitato sul Fronte orientale, il 7.10.1942 partì per la Russia. Nel corso di un combattimento sostenuto durante la disastrosa ritirata del Don, sostituì volontariamente un coman[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 641

Brano: ss

per l’opposizione del governo britannico) o nel Madagascar. Allo scoppio della guerra il problema divenne appannaggio quasi esclusivo delle SS e venne affidato a loro. In un primo tempo le comunità ebraiche furono rinchiuse in ghetti, soprattutto in Polonia, nei quali veniva sfruttata drasticamente la loro forza lavoro a basso prezzo. Ma i ghetti — come dimostrerà la rivolta sanguinosa in quello di Varsavia — erano di difficile gestione; si iniziò così a consolidare quel sistema di campi di concentramento che avevano visto la luce già nel 1933, pochi mesi dopo la presa del potere da parte di Hitler, con la creazione di un lager per avversari politici a Dachau (v.), presso Monaco. E proprio qui, sotto la gestione del primo comandante[...]

[...]ro a basso prezzo. Ma i ghetti — come dimostrerà la rivolta sanguinosa in quello di Varsavia — erano di difficile gestione; si iniziò così a consolidare quel sistema di campi di concentramento che avevano visto la luce già nel 1933, pochi mesi dopo la presa del potere da parte di Hitler, con la creazione di un lager per avversari politici a Dachau (v.), presso Monaco. E proprio qui, sotto la gestione del primo comandante del campo Theodor Eicke, le SS avevano potuto sperimentare le illimitate possibilità che il sistema concedeva loro per imporre arbitrariamente la loro volontà persecutoria contro tutti i princìpi dello Stato di diritto.

Dopo il 1939, la radicalità con cui i! problema doveva essere risolto imponeva che i campi di sterminio venissero dislocati fuori dal territorio del Reich, possibilmente in zone nascoste, e l’ideologia antisemita di Hitler e delle SS divenne così forte, da porre in secondo piano esigenze pur vitali per il Terzo Reich, di carattere militare e strategico. Lo sterminio di massa degli ebrei e di altri gruppi considerati indegni (o troppo pericolosi) per vivere nell’Europa germanizzata richiese infatti l’impiego di enormi risorse in concorrenza con le esigenze, che avrebbero dovute essere prioritarie, della conduzione della guerra (per esempio, il fondamentale problema dei trasporti).

Lo sfruttamento economico

Cionondimeno le SS misero in piedi all’interno del sistema concentrazionario un regime razionale di sfruttamento[...]

[...]enze pur vitali per il Terzo Reich, di carattere militare e strategico. Lo sterminio di massa degli ebrei e di altri gruppi considerati indegni (o troppo pericolosi) per vivere nell’Europa germanizzata richiese infatti l’impiego di enormi risorse in concorrenza con le esigenze, che avrebbero dovute essere prioritarie, della conduzione della guerra (per esempio, il fondamentale problema dei trasporti).

Lo sfruttamento economico

Cionondimeno le SS misero in piedi all’interno del sistema concentrazionario un regime razionale di sfruttamento della manodopera a basso prezzo, affittata a grandi aziende private tedesche o direttamente sfruttata per mezzo di imprese produttive appositamente create dalle SS a tale scopo. Solo nel Governatorato generale (la Polonia), nel marzo 1943 le imprese direttamente dipendenti dalle SS occupavano oltre 52.000 operai ebrei. L’affitto della manodopera ebraica, che costava da 0,7 a 1 marco al giorno, era così proficuo per le grandi aziende private che, ad esempio, il colosso chimico LG.

Farben (v.) dislocò un gigantesco stabilimento per la produzione di gomma sintetica (Buna) presso il lager di Auschwitz (v.) che, per le sue caratteristiche, può essere considerato quasi il prototipo del sistema concentrazionario delle SS. D’altra parte non mancavano contrasti tra le imprese private, alle quali stava a cuore la disponibilità di una manodopera relativamente efficiente, e le SS che spesso lasciavano morire di fame i deportati. Gli incalcolabili profitti tratti dalle SS da questo sfruttamento illimitato degli schiavi (che arrivava fino alla loro spoliazione fisica di denti d’oro, capelli, ossa, etc.) prima di farli passare per “il camino”, venivano reimpiegatf per ampliare e perfezionare ulteriormente l’apparato concentrazionario.

Himmler poteva ben affermare con orgoglio, riguardo alle sue vittime: « Abbiamo preso loro tutto quanto possedevano ».

Sarebbe quindi improprio vedere nel sistema di sterminio realizzato dalle SS una negazione della razionalità politica ed economica, quale viene tradizionalmente intesa: certo, dal punto di vista militare gli [...]

[...]ruttamento illimitato degli schiavi (che arrivava fino alla loro spoliazione fisica di denti d’oro, capelli, ossa, etc.) prima di farli passare per “il camino”, venivano reimpiegatf per ampliare e perfezionare ulteriormente l’apparato concentrazionario.

Himmler poteva ben affermare con orgoglio, riguardo alle sue vittime: « Abbiamo preso loro tutto quanto possedevano ».

Sarebbe quindi improprio vedere nel sistema di sterminio realizzato dalle SS una negazione della razionalità politica ed economica, quale viene tradizionalmente intesa: certo, dal punto di vista militare gli enormi costi provocati daH’allestimento dei campi e dallo spostamento forzato di centinaia di migliaia di persone (spostamenti che, con l’avvicinarsi della sconfitta, divennero sempre più convulsi) non erano compatibili con le esigenze di concentrare tutte le risorse per la conduzione della guerra; ma dal punto di vista di Himmler e delle SS questo sistema di massacro, condotto

La mensa delle SS della Leibstandarte “Adolf Hitler”, guardia del corpo del Fuehrer [...]

[...] razionalità politica ed economica, quale viene tradizionalmente intesa: certo, dal punto di vista militare gli enormi costi provocati daH’allestimento dei campi e dallo spostamento forzato di centinaia di migliaia di persone (spostamenti che, con l’avvicinarsi della sconfitta, divennero sempre più convulsi) non erano compatibili con le esigenze di concentrare tutte le risorse per la conduzione della guerra; ma dal punto di vista di Himmler e delle SS questo sistema di massacro, condotto

La mensa delle SS della Leibstandarte “Adolf Hitler”, guardia del corpo del Fuehrer (Berlino, 1938)

con lucida pignoleria burocratica, rappresentava invece il culmine e la sublimazione del destino storico del nazionalsocialismo e del popolo tedesco, di cui le SS si sentivano ormai i veri e unici detentori. Himmler riuscì a instillare nelle SS addette allo sterminio di massa un fanatismo che faceva loro giustificare e anzi esaltare i crimini più disumani, in quanto compiuti per il bene supremo della “razza superiore” nei confronti di “animali umani” che (secondo tale aberrante ideologia) non avevano alcun diritto di esistere. Paradossalmente, agli occhi delle SS si trattava quindi di un atto di grande umanità e proprio il fatto di appartenere a un Kulturvolk (popolo civilizzato) richiedeva ai membri delle SS un particolare coraggio morale per realizzare le spietate leggi naturali: le SS dovevano sentirsi — secondo Himmler — investite di una sacra e storica missione, in quanto non tutto il popolo tedesco era perfettamente consapevole delle necessità vitali della selezione razziale. Di questa loro “abnegazione”, secondo l’ideologia instillata all’interno del corpo e della quale erano (più o meno) sinceri fautori, i carnefici delle SS, espressione di quella che riferendosi a uno dei più solerti organizzatori della soluzione finale, Adolf Eichmann (v.), Hannah Arendt ha chiamato “la banalità del male”, dovevano insomma sentirsi fieri.

Tentativi di salvataggio

Le SS cercarono di tenere nascosti per quanto possibile i propri orrendi crimini, molti di loro essendo pienamente consapevoli delle loro enormità. Tale cura nel mascherare il reale significato dei vaghi giri di parole che comparivano nella stampa per definire la “soluzione finale” era condizionata per un verso da timori nei confronti delle possibili reazioni negative dell’opinione pubblica interna, per un altro da considerazioni opportunistiche nei confronti dell’estero. Sul primo punto, la storiografia non è ancora riuscita a stabilire con sufficiente esattezza quanti fossero i cittadini tedeschi[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 639

Brano: [...]goslavo, l'Ordine di Eroe del popolo.

Bibliografia: I. Regent, Joze Srebrnic, eroico combattente per la fratellanza tra i popoli e per i diritti del popolo lavoratore, Gorizia 1946.

V .Ma.

SS

Schutzstaffeln (Squadre di protezione). Organizzazione squadristica del Partito nazionalsocialista tedesco dei lavoratori [N.S.D.A.P.), divenuta parte integrante del regime nazista dopo l’ascesa di Adolf Hitler al potere (v. Nazionalsocialismo). Le SS furono create durante gli anni Venti aH’interno della milizia di partito, la SA (Sturmabteilung), inizialmente con il limitato compito di polizia interna, ovvero di guardia del corpo personale di Hitler. Probabilmente questo reparto, che al suo sorgere comprendeva appena duecento uomini, sarebbe rimasto in un angolo oscuro della storia se, nel gennaio del 1929, Hitler non avesse deciso di affidarlo, su proposta del capo delle SA Rohm (v.), a Heinrich Himmler (v.).

Non è certo con la peculiare figura di questo “burocrate dello sterminio” che si può spiegare l’ascesa irresistibile delle SS, [...]

[...]zia interna, ovvero di guardia del corpo personale di Hitler. Probabilmente questo reparto, che al suo sorgere comprendeva appena duecento uomini, sarebbe rimasto in un angolo oscuro della storia se, nel gennaio del 1929, Hitler non avesse deciso di affidarlo, su proposta del capo delle SA Rohm (v.), a Heinrich Himmler (v.).

Non è certo con la peculiare figura di questo “burocrate dello sterminio” che si può spiegare l’ascesa irresistibile delle SS, ma va tenuto presente che Himmler esemplificava una mentalità piuttosto diffusa

fra i giovani nel corso degli anni Venti: frustrati dal declino della potenza imperiale tedesca, molti giovani coltivavano o erano affascinati dalle ideologie nazionaliste e antisemite più radicali allora in voga. Himmler in particolare si era ribellato all’ambiente rigidamente conservatorecattolico dal quale proveniva e aveva vissuto molte di queste esperienze vòlkisch (nazionali e razziste), fra cui quella degli artamani (da art: genere, specie in senso naturale; gruppi di giovani che andavano a lavorare nel[...]

[...]riscoprire le radici più profonde del germanesimo attraverso un “ritorno alla natura”, quindi alla vita rurale, e con forti tonalità antisemite. Non a caso Himmler era divenuto agronomo e — come l’amico e futuro ministro dell’agricoltura, Richard W. Dar rè — si era molto interessato dei problemi della selezione delle razze animali, coltivando teorie che avrebbe poi meccanicamente trasposto nei rapporti tra uomini di razze diverse.

L’ascesa delle SS

Fin dall’inizio Himmler, un burocrate apparentemente insignificante che però si metteva in luce per una grande energia sul lavoro, si pose l’obiettivo di fare delle SS non solo un potente apparato di polizia e paramilitare, ma una vera e propria nuova élite dirigente, una “nuova nobiltà” razzialmente e ideologicamente superselezionata che fosse in grado di imporre il dominio mondiale incontrastato della razza germanica, applicando le leggi immutabili della storia, che fino a quel momento (secondo i nazisti) erano state boicottate dal giudaismo internazionale. Per realizzare questo obiettivo paranoico Himmler si dedicò anzitutto a un vertiginoso aumento numerico delle SS che, all’atto della nomina di Hitler a cancelliere (gennaio 1933) erano già salite a 53.[...]

[...] ma una vera e propria nuova élite dirigente, una “nuova nobiltà” razzialmente e ideologicamente superselezionata che fosse in grado di imporre il dominio mondiale incontrastato della razza germanica, applicando le leggi immutabili della storia, che fino a quel momento (secondo i nazisti) erano state boicottate dal giudaismo internazionale. Per realizzare questo obiettivo paranoico Himmler si dedicò anzitutto a un vertiginoso aumento numerico delle SS che, all’atto della nomina di Hitler a cancelliere (gennaio 1933) erano già salite a 53.000 uomini ben addestrati e ben armati. Sfruttando la protezione di Rohm, Himmler consolidò l’apparato delle SS fino ad avere la forza di scalzare con questa sua milizia le stesse SA. Furono infatti le SS a ordire e a mettere in atto l'eccidio della “notte dei lunghi coltelli”, che dette loro via libera per l'ulteriore scalata al potere.

Per ideologia e composizione sociale le SS si erano peraltro nettamente distinte, fin dall’inizio, dalle SA:

639



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 304

Brano: [...]ei territori del Reich. Al suo interno operavano varie fabbriche, nelle quali i prigionieri venivano usati come lavoratorischiavi per l’industria bellica. Vi si svolsero anche esperimenti medici sui detenuti.

Nel 1945 il complesso di Sachsenhausen contava più di 100 kommandos di lavoro, tra cui la fabbrica aeronautica Heinkel, la Falkensee (fabbrica di carri armati), la Genshagen (automobili), la Spandali, la Siemens, la Speer e altre ancora. Le SS vi attrezzarono anche un laboratorio per produrre banconote false, passaporti e francobolli destinati al mercato interno inglese. Un gruppo di 140 prigionieri ebrei fu addetto a eseguire questo lavoro sotto la direzione della SS Bernhard Kruger. Si calcola che siano passati per Sachsenhausen 200 mila deportati, dei quali almeno 100 mila morirono di fatica e di stenti.

A metà aprile del 1945 il campo venne evacuato: 30.000 superstiti furono avviati verso Mecklenburg, in direzione del mar Baltico. Durante la marcia forzata i detenuti incapaci di seguire il gruppo vennero abbattuti. I sopravv[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Le SS, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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